Cinque minuti.
gennaio 30, 2015
Ne sarebbero bastati forse meno per aver successo, se quest’uomo di rara complessità avesse deciso di farsi guidare non dai propri fantasmi, ma da quell’eccellente intuito che aveva portato lui – cantante melodico transitato per musicarelli e fotoromanzi – e la sodale Christina Moser ad azzeccare già nel 1979 suoni, arrangiamenti e look che pochi anni dopo avrebbero reso grande un duo come gli Eurythmics. Maurizio e Christina eran difatti fuggiti da Milano a Londra in anticipo su tutto e tutti, e forse troppo presto eran da là tornati. Fossero rimasti sul Tamigi fino a quando dovevano e potevano, li avremmo visti come Krisma scalar classifiche a Top of The Pops assieme a Human League e Soft Cell, e non riempir buchi a Discoring tra Christian e Tiziana Rivale. Tra i pochissimi italiani a comporre buon elettropop internazionale, i due furon spinti televisivamente dal solo Massarini nel notturno Mister Fantasy: mai riuscirono ad esportare quanto meritavano. E pensare che cantavano in inglese: osarono videoclip nell’Oceano Indiano quando ancora i Duran Duran facevan risse nei peggiori pub dell’East End. Che peccato: un anno fa li vidi ed udii in concerto al Velvet di Rimini, e fu un’esperienza così triste che non metto neppure il link al post che scrissi. Addio, Maurizio. Condoglianze, Christina: abbi cura di Te, che sola resti. Eravate davvero forti, quando volevate esserlo.
State bene.
Ghino La Ganga